COLLINE DEL PROSECCO

La pieve di San Pietro, a San Pietro di Feletto, è una rielaborazione di un edificio preesistente, forse sorto, a sua volta, sui resti di un demolito tempio pagano. L’edificio assume l’aspetto attuale nel XII secolo, pur venendo ancora rimaneggiato nel ‘600 e nel ‘700. Caratteristica peculiare è la decorazione ad affreschi quattrocenteschi e romanico-bizantini sia all’interno che all’esterno: del secondo ‘400 sono quelli della cappella del Battistero; databili tra XIII e XIV secolo quelli alla parete sinistra della navata centrale; alla fine dell’XI risale forse l’immagine di San Cristoforo nella navata centrale. Varcato a Soligo l’omonimo fiume, si entra nel territorio comunale di Farra di Soligo, dove la chiesa di Santo Stefano conserva un Crocifisso di Andrea Brustolon. Sopra l’abitato è la cinquecentesca villa Savoini. In un paesaggio dominato dai vigneti del rinomato prosecco è Valdobiadene, la cui Parrocchiale, di origini trecentesche ma di veste neoclassica, conserva opere di Palma il Giovane, Paris Bordone, Francesco Beccaruzzi e, in canonica, Rosalba Carriera. Sovrasta l’abitato la frazione Pianezze, unico centro sciistico della Marca: vi si giunge percorrendo una strada con ampia vista panoramica sul Piave e sul Montello. La valle Soligo Lasciata la strada del Vino Prosecco ci si dirige verso nord-est, costeggiando quasi il confine con la provincia di Belluno. Si raggiunge, così, Follina che deve la sua stessa identità alla comunità di Cistercensi che qui si insediò nel XII secolo. Furono infatti i monaci a diffondere nella zona l’attività di lavorare la lana, il “follare”, da cui il centro prenderà il nome. Fulcro dell’abitato è l’abbazia di Santa Maria fondata dai Benedettini, passata poi ai Cistercensi e ai Camaldolesi, restaurata a partire dal 1915. A fianco della chiesa a tre navate, con un affresco di Francesco da Milano nella navata destra, è il raffinatissimo chiostro (1170- 1268) in cui i capitelli e le colonne esprimono una gamma vastissima di  soluzioni decorative. A Valmareno, in posizione strategica per il controllo della valle, sorge il Castello Brandolini. Costruito in epoca precedente, divenne residenza dei Da Camino tra il 1233 e il 1335. Passato a Venezia venne concesso dalla Serenissima a due capitani di ventura, uno dei quali, Brandolino dei Brandolini, ne rilevò totalmente la proprietà. Il grazioso abitato di Cison di Valmarino, centro principale dei territori dei conti Brandolini, è caratterizzato da eleganti edifici tra cui spicca la Parrocchiale tardobarocca. Sale alle Prealpi verso Belluno e Feltre la strada del passo di San Boldo, che gli imperiali fecero costruire da prigionieri di guerra russi durante il primo conflitto mondiale: il tracciato è spettacolare sia tecnicamente sia per la panorama. Precede di poco la discesa verso Vittorio Veneto il doppio bacino dei laghi di Revine.

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